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martedì 12 settembre 2017

PAI UN TUBO...

Comunque, nei post commenti dell'alluvione di Livorno, tutti i geologi stanno provando a far passare un concetto che riassumo e attualizzo brutalmente:

Se una collina consta di 40 ettari e piove copiosamente, la pioggia verrà assorbita da 40 ettari di terreno. Limitando i danni. Ma se nella stessa collina costruisco per 30 ettari, tutta la copiosa pioggia che prima o poi cadrà, trovando 30 dei 40 ettari cementificati,  si riverserà sui 10 ettari che sono rimasti verdi, i quali avranno un carico di acqua triplo rispetto alla naturale costituzione.
Se poi quei 10 ettari rimasti verdi, sono stati giudicati dal PAI a forte rischio idrogeologico, traete voi le conclusioni. 

Non serve essere geologi per capire cosa possa succedere.

sabato 9 settembre 2017

DERETANI AL COPERTO



Personalmente sulla questione "sgombero dell'Hotel House" la penso in questo modo.

1) Il sindaco ha emesso l'ordinanza che doveva emettere. Perchè se così non avesse fatto, in caso di una qualche disgrazia che in qualche modo potrebbe interessare in futuro il palazzone, le responsabilità sarebbero ricadute a norma di legge anche su di lui.

2) la data dell'8 dicembre per l'effettuazione dei lavori per il ripristino della sicurezza dell'HH, non verrà ovviamente rispettata perchè all'Amministratore Condominiale Straordinario qualcuno ha dato a bere che potessero essere utilizzati fondi pubblici. Creando, di fatto, un precedente molto pericoloso.
Il sindaco non potrà avallare questo tipo di operazione. E lo sta urlando ai quattro venti.

3) il 9/12 il Sindaco, pertanto potrebbe emanare l'ordinanza di sgombero. Ma verrebbe fermato dopo 5 minuti dal Prefetto. Il quale, nel caso in cui  quella ordinanza fosse veramente emessa, si ritroverebbe sulle prime pagine dei giornali nazionali e in tutti i principali TG.

4) il Prefetto dunque, fermerà il Sindaco. Ma dovrà farlo con un atto ufficiale e non con una telefonata. Atto ufficiale che conseguentemente libererà il nostro primo cittadino da responsabilità civili e penali inerenti future ipotetiche disgrazie connesse alla vita del Palazzo e alla sua sicurezza.

5) a quel punto il Sindaco potrà vivere più tranquillamente. Il Prefetto prenderebbe tempo in vista magari di un suo passaggio ad altro incarico per lasciare la patata bollente ad un suo futuro collega. Perchè credetemi, spesso i dirigenti pubblici si comportano così: non affrontando il problema e lasciandolo ancora più grave a chi li succede. Ne ho visti troppi in vita mia tenere questo atteggiamento.

Alla fine vissero per qualche settimana/mese/anno ancora tutti  felici e contenti. Fino a quando, comunque, prima o poi, a causa delle varie morosità, il problema deflagherà manifestando i sintomi. Venendo insomma clamorosamente alla luce dalla sera alla mattina. Rendendo il tutto non più procrastinabile.

In pratica, a mio modesto parere, la manfrina cui stiamo assistendo altro non è che un (giusto e sacrosanto) scarico di responsabilità tra pubbliche cariche. 

Perchè poi, quando il cetriolo arriverà (e state sicuri che arriverà...), si farà a gara per stare con i deretani bene attaccati alle pareti.

venerdì 1 settembre 2017

I KILLERAGGI DEL CORRIERE ADRIATICO

Ma l'odierno killeraggio del Corriere Adriatico nei confronti dell'Ente Palio, ordito dal solito pubblicista che non ha mai ricevuto una smentita in 17 anni di attività, da chi sarà stato "ordinato"? 

12 giorni dopo una edizione che a tutti era sembrata ben organizzata e che ha visto la partecipazione di tutti i quartieri, per quale motivo il nostro prode pubblicista del Corriere Adriatico ha voluto confezionare l'articolo che sotto pubblico per screditare il lavoro di chi, in tempi ristretti e con la massima dedizione,  si è speso per la buona riuscita della manifestazione?
La cosa puzza. E puzza molto. Non puó essere un'azione casuale.
La sensazione è quella che si voglia sminuire un successo ottenuto da un Ente che pur avendo collaborato con l'Amministrazione, ha agito in modo autonomo portando a casa un buon risultato.
E mi assumo la responsabilità di quello che scrivo, ovviamente.

Del fatto che gli ospiti dell'Ente Palio siano stati snobbati, comunque, non se ne era accorto nessuno. E se non ci fosse stato il sensazionale titolo del Corriere Adriatico odierno a ricordarlo, avremmo comunque continuato ad apprezzare il sole che sorge sul nostro meraviglioso mare ad est e tramonta sulle nostre splendide colline ad ovest..

Articolo penoso. Veramente PENOSO.
Una mazza da baseball pubblicata a distanza. A scoppio ritardato.
Il sindaco ha qualcosa da dire?
O dobbiamo trarre le conclusioni?

In ogni caso, il Presidente dell'Ente Palio Italo Canaletti mi ha inviato una nota in relazione all'articolo che trovate sotto.

Eccola:

In merito all'ultimo articolo tendenzioso  e diffamatorio nei confronti dell'organizzazione del Palio storico di San Giovanni, svoltosi quest'anno in data 19 agosto, il Direttivo dichiara che:
la presenza delle autorità è stata onorata con la consegna di un gadget ad hoc, di un depliant esplicativo e di un tradizionale buffet di benvenuto. Ovviamente tutte le autorità presenti presenziavano con gli opportuni simboli istituzionali, come invitati a fare.
La premiazione è stata sul palco e destinata alla squadra vincitrice, alle stelle d'oro delle diverse ciurme al quartiere con il maggior numero di sfilanti e alla vetrina più interessante allestita dai commercianti.
Il direttivo ricorda e  precisa che tali modalità di svolgimento sono state prese congiuntamente all'amministrazione comunale, ai presidenti dei quartieri e al cto (Comitato tecnico Organizzativo) al fine di rendere più fruibile e snello l'intero evento che comporta una gestione organizzativa molto complessa 
Pur nel rispetto di tutti gli ospiti, è stata condivisa l'idea di evitare lungaggini e focalizzare l'attenzione sulla rievocazione storica e sulla corsa.
Il direttivo e' grato per le manifestazioni di apprezzamento ricevute dall'amministrazione comunale e dai quartieri  e si impegna a fare tesoro di tutte le osservazioni per il miglioramento delle prossime edizioni.

Il Presidente dell'Ente Palio
Italo Canaletti a nome e per voce dell'intero direttivo che si è prodigato per la buona riuscita della manifestazione.



venerdì 25 agosto 2017

HOTEL HOUSE: IL COMUNICATO DI PAC

Per fare chiarezza, se ce ne fosse bisogno.  
Lettera ai cittadini di Porto Recanati


Come indicato nel titolo, con questa nota, vogliamo rivolgerci non soltanto agli amministratori ed ai politici di professione, alla stampa (giornali o blog che siano) ma soprattutto ai cittadini di Porto Recanati, di qualunque provenienza e cultura, coloro i quali, come noi, condividono l’amore per il paese, ne rispettano le regole e contribuiscono, con il loro operare, a creare per se stessi e per i propri figli migliori condizioni di vita.
Esattamente un anno fa, il 17 agosto 2016, abbiamo presentato un’interrogazione scritta alla nostra Amministrazione, dal titolo “Condizioni di agibilità e sicurezza Condominio Hotel House “.
In altre occasioni abbiamo riproposto la stessa tematica, sempre cercando di mettere in evidenza tutte le problematiche del caso, con video e report fotografici che ponevano in evidenza i rischi e le criticità che vivono quotidianamente e sulla loro pelle gli stessi residenti.
Diciamo questo, per sgomberare il campo dal qualunquismo politico che oggi è di gran moda.
Infatti, è frequente la pratica di etichettare con l’epiteto di “Razzista“ chi tenta di dare risposte concrete ai quotidiani problemi di convivenza, al contrario della politica che invece di rimedi, propone  soluzioni palliative e prettamente assistenzialistiche.
Una su tutti è l’invio di denaro pubblico, come se ciò fosse la panacea di tutti i mali e poco importa dove andranno a finire, o se il loro utilizzo contribuirà concretamente alla risoluzione del problema, l’importante è mandare soldi, per tacitare le coscienze.
E proprio in merito all'HOTEL HOUSE, nonostante in questi giorni si sia tentato, attraverso la stampa ed i vari social, di specificare con una certa enfasi che neanche un euro di denaro pubblico verrà speso per interventi privati, alla fine degli articoli compare sempre la frase che riapre uno spiraglio a possibili nuove prospettive (e per noi, in certi casi, è opportuno saper leggere anche tra le righe onde evitare di essere....fraintesi di brutto).
Si vedano in tal senso le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco ai giornali: se da una parte, infatti, il primo cittadino si affretta a specificare che i soldi stanziati per l’Hotel House saranno utilizzati esclusivamente in interventi pubblici e non privati, chiude la sua intervista dichiarando che “Qualora la Regione dovesse deliberare diversamente ne prenderemo atto e ci comporteremo di conseguenza(daSindaco informa).
Come se non bastasse, inoltre, pochi giorni fa la deputata europea Cecile Kyenge in visita all'Hotel House, dopo aver toccato con mano la realtà del palazzo multietnico, ha dichiarato di “voler approfondire la questione fondi, a disposizione per il risanamento di tutta l’area esterna, per valutare se esistono percorsi per intervenire all’interno del complesso stante l’elevato degrado sociale in cui la comunità vive”. (dal Cittadino di Recanati).
Il senatore PD Morgoni, in pieno accordo con la deputata europea, ha affermato”..che ci debba essere un intervento anche all’interno dell’edificio...trovare ulteriori risorse indispensabili per dare risposte ai problemi drammatici dell’Hotel House”.
Ora, dato che oramai il “politichese“ lo conosciamo tutti e che due indizi fanno una prova, è chiaro ed evidente che qualcuno è già entrato in piena campagna elettorale (si vedano interventi, oltre quelli già citati, di: Marconi e Leonardi) non ci stupiremmo se grazie ad un particolare stratagemma o artifizio politico, i cittadini si trovassero poi a leggere che “magicamente” una parte del denaro pubblico stanziato, verrà invece speso per interventi diretti ad una struttura privata.
Poco importa a chi scrive (e, siamo sicuri, anche a chi legge) se detti soldi provengano dalle casse comunali o dalla Regione; sempre di soldi pubblici si tratta, quindi di soldi anche nostri.
Lo stesso Sindaco, nella recente intervista a Radio Erre, ha espressamente dichiarato che se entro dicembre non verrà rispettata l’ordinanza di messa in sicurezza dello stabile di conseguenza ne sarà ordinato lo sgombero.
A questo punto, amministrativamente parlando, è corretto proseguire nel progetto:“Hotel House – da una storia divergente ad un futuro di integrazione” spendendo soldi pubblici per un importo pari ad €1.425.000,00 (oltre ulteriori €100.00,00 stanziati dalla Regione) per un intervento volto alla riqualificazione dell'area su cui sorge il complesso attraverso la realizzazione di importanti opere riunite nell'obiettivo di migliorare le condizioni di fruibilità dell'area adiacente l'Hotel House, ripristinando condizioni igienico sanitarie (che, quindi, ad oggi non sussistono???) e decoro urbano che consentano di rendere più gradevole e sicuro l'utilizzo delle aree pubbliche e migliorando il collegamento dell'Hotel House al contesto urbano del Comune di Porto Recanati, creando così i presupposti per una effettiva integrazione (che, quindi, ad oggi non sussiste???) con la comunità locale???
A che servirebbe (ma, sopratutto, a chi gioverebbe) porre in essere azioni di:
  • valorizzazione e implementazione dell’attuale punto di raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani , nel quale far confluire la mole significativa di materiale ad oggi accumulato e razionalizzazione della gestione e della raccolta
  • Realizzazione di percorsi ciclo-pedonali che migliorino l’accessibilità dell’area e la sua fruibilità in sicurezza, anche attraverso la realizzazione di illuminazione pubblica e videosorveglianza
  • Sistemazione di un parcheggio a raso ubicato in prossimità Hotel House
  • Realizzazione di uno spazio attrezzato per la gestione di attività ludico-ricreative del tempo libero e percorsi vita
    (da risposta scritta del Sindaco del 13 ottobre 2016 ad interrogazione di PAC del 17 agosto 2016)
Secondo voi (cittadini) ha un senso, oggi, investire €1.525.000,00 di soldi pubblici su un'area adiacente un fabbricato che nelle intenzioni del sindaco (e non solo) dovrà seguire le sorti delle ormai famose “Vele di Scampia” (ossia: demolizione del fabbricato con conseguente riqualificazione urbanistica di tutta l'area adiacente)???
Oppure ci si trova di fronte all'ennesimo esempio di inutile sperpero di denaro pubblico???
Ad onor del vero €600.000,00 circa (secondo quanto riferito dal Sindaco) saranno utilizzati per politiche di integrazione che (lasciatecelo dire) leggendo i vari fatti di cronaca locale, in diverse situazioni hanno prodotto pochi risultati.
La realtà, cari Portorecanatesi è che non c’è nessuna volontà di risolvere la questione Hotel House, perché risolverla significherebbe porre fine al grosso flusso di denaro pubblico che da anni rappresenta un’inutile spesa per la cittadinanza, poiché è innegabile che l’H.H. (allo stato attuale) si configura come un esempio di ghettizzazione e non certo come un riuscito progetto di integrazione.
Allora ci chiediamo ma, sopratutto, lo chiediamo ai nostri concittadini: perché il Comune intenda continuare ad indirizzare altri €300.000,00 presi dalle nostre casse comunali verso l’Hotel House, così come dichiarato dal Sindaco nell’intervista a Radio Erre?
Altresì se da un lato concordiamo con l’Amministrazione nel porre in atto soluzioni coraggiose, dall’altra siamo perplessi sull’effettiva fattibilità del progetto edilizio, prospettato dal Sindaco, che prevede la realizzazione di un cospicuo numero di appartamenti (480).
Una volta realizzati, infatti, quali saranno i requisiti per una corretta assegnazione? Come verrà individuato chi ne ha effettivamente diritto rispetto a semplici speculatori o rispetto ai proprietari di immobili già sottoposti a procedure immobiliari?
Saremmo curiosi di sapere, comunque, come i nostri politici riuscirebbero a giustificare un tale esborso di denaro alle popolazioni terremotate!
Sempre in tema di Hotel House e sicurezza, e di un eventuale utilizzo di soldi pubblici nell'interesse dei cittadini, vale la pena ricordare, infine, che questa amministrazione non è riuscita a trovare (o non ha avuto interesse a farlo) €20.000,00/25.000,00 annui per contribuire al pagamento del canone d'affitto dell'immobile dove si trovava il presidio di Polizia Stradale, così portando alla chiusura del presidio locale dopo tanti anni di presenza sul nostro territorio.
Ma detto questo, che rappresenta semplicemente il nostro punto di vista, ci dissociamo fortemente da coloro i quali usano espressioni fuori luogo e razziste verso chi da anni, nel nostro paese, vive onestamente del proprio lavoro e nel rispetto delle regole e delle abitudini locali. Queste persone hanno tutto il diritto di vivere una vita dignitosa, in case decenti, nel rispetto delle più elementari norme igienico-sanitarie e lontano da quei rischi che oramai tutti conoscono.
Ma perché ciò avvenga dobbiamo sicuramente avere il coraggio di trovare soluzioni alternative, diverse da quelle messe in atto fino ad ora, visto che, se continuiamo a fare sempre le stesse cose, otterremo sempre gli stessi inutili risultati e questi purtroppo, oggi, sono sotto gli occhi di tutti..... politici e non.




VENDITTI E LE MANIE DI GRANDEZZA

C'è una lezione che l'Assessore al Turismo Angelica Sabbatini dovrebbe trarre da quanto successo con l'organizzazione del concerto di Antonello Venditti. 

Ovvero, che non si possono mettere in un cartello estivo artisti i cui concerti hanno prezzi stellari.
Perché il turista e i portorecanatesi vanno rispettati, non spennati.
E perché il turista e i portorecanatesi non sono fessi.

E se gli offri Venditti in gradinata a 70 euro hanno un sistema elementare per farti capire che non vogliono essere presi in giro: non comprano il biglietto.
Per poi ovviamente tornare sulle loro decisioni quando lo stesso posto viene venduto a 37 euro. (Praticamente la metà).

In questa stagione di rinvii e annullamenti su Venditti l'amministrazione si giocava la faccia. 
E alla fine ha trovato un modo per venirne fuori. Salvando il salvabile.

E, si spera, imparando la lezione.

Perché le vostre manie di grandezza potrebbero qualche volta essere inversamente proporzionali alla disponibilità dei nostri portafogli.

Tenetelo ben presente quando farete il calendario estivo degli eventi del 2018.

martedì 22 agosto 2017

HOTEL HOUSE COME SCAMPIA? LA VEDO DURA

Hotel House come Scampia ?

Ho ascoltato tutta l'intervista che il nostro sindaco ieri ha rilasciato a Radio Erre. E mi ha molto colpito il passaggio nel quale il nostro primo cittadino auspica, per il nostro Hotel House, politiche simili a quelle attuate per le famose Vele di Scampia.

Di che cosa parliamo? Di riqualificazione di quartieri degradati. Con la  finanziaria 2017 il governo italiano  ha premiato 27 progetti per il finanziamento (o co-finanziamento) di complessivi 500 milioni di euro.
Uno dei 27 progetti era appunto quello del Comune di Napoli che prevedeva l'abbattimento di 3 delle Vele di Scampia, la riqualificazione dell'intera area, la consegna di nuovi alloggi agli abitanti del posto in altre zone del napoletano e la trasformazione dell'unica Vela rimasta in piedi in uffici comunali. Ed era appunto il progetto cui il nostro sindaco faceva riferimento nella sua intervista di ieri.

Penso sia assolutamente normale che il nostro sindaco invochi un progetto del genere per il nostro Hotel House. Penso che il nostro palazzone e le problematiche abitative che rappresenta debbano entrare nell'agenda del governo nazionale prima possibile. Non riesco infatti a capacitarmi di come, una struttura del genere, non sia stata fino ad oggi meta di una accurata visita da parte della  Presidenza del Consiglio. Trovo tutto questo scandaloso. E penso che Sindaco, Pettinari e Ceriscioli dovrebbero essere ricevuti a Roma per dibattere serenamente del problema Hotel House. Mentre invece, Ceriscioli forse l'Hotel House non sa neppure dove si trovi.

Ma continuando nel paragone (auspicato dal Sindaco) Scampia-Hotel House, mi sorge un atavico dubbio. E purtroppo è un dubbio che trova il suo fondamento in un fenomeno che nel nostro territorio sta divenendo sempre più dilagante: il razzismo.

Confesso dunque di sostenere che il nostro paese, la nostra provincia, la nostra regione, la nostra nazione non siano intellettualmente pronti ad una ipotetica soluzione di sistemazione dei 480 proprietari di appartamenti dell'Hotel House in sistemazioni logistiche costruite, nel post abbattimento, con pubblico denaro (modello Scampia). Perchè i proprietari degli appartamenti dell'Hotel House sono Pakistani, Nigeriani, Marocchini, Tunisini, Indiani, provenienti dal Bangladesh appartenenti ad un'altra cinquantina di etnie.

Ergo, nell'immaginario razzista medio  un po' fascista e decerebrato che copiosamente popola i nostri territori, sono persone da imbarcare su un gommone e riportare a casa. Sono persone che si meritano una bomba  che rada al suolo il Palazzo mentre dormono. Sono gente che, molto semplicemente, si deve levare dai coglioni. A spese zero. Che se ne tornino a casa loro. Cazzo.

E poco importa se il Palazzone nella sua maggioranza sia abitato da oneste famiglie di lavoratori che, come ha anche ricordato il sindaco nella sua intervista, vivono onestamente educando al meglio i propri figli.
Perchè lo stereotipo dell'italiano medio che mangia pane e fascio mai digerirebbe che a quelle persone possa venire assegnato un nuovo alloggio come contropartita di un abbattimento del Palazzo.

"Prima gli italiani".  Questo motto risuonerebbe come una cantilena. E un extracomunitario che si è comprato un appartamento da 40 mila euro all'Hotel House non potrebbe  poi essere "premiato" nel post abbattimento del Palazzo con un alloggio di pari dimensioni in una zona più apprezzabile dal punto di vista urbanistico. Si creerebbe un caso. 

La questione Hotel House insomma è paradossalmente molto più complessa di quella di Scampia. Perchè riguarda il nostro modo collettivo di vedere la vita, di interfacciarsi con il prossimo, di capire la differenza tra un delinquente (di qualsiasi etnia) e una brava persona (di qualsiasi etnia e provenienza).

Senza condizionamenti. A prescindere dai passaporti. 

Praticamente un'utopia. 

sabato 22 luglio 2017

LA NOTA DI UPP SULLE DIMISSIONI DI SILVIO CINGOLANI

CHI COMANDA A PALAZZO VOLPINI ?  

Abbiamo ascoltato con attenzione le motivazioni che hanno portato l'Assessore Cingolani a rassegnare le proprie dimissioni e abbiamo capito che il motivo principale consiste nel fatto che molte delle decisioni inerenti le sue competenze venivano prese da altri. In particolare, ci ha colpito il passaggio in cui l'ex consigliere enuncia i suoi obiettivi:  definizione del nuovo piano del traffico,  attivazione immediata dei varchi elettronici e, tra l'altro, inversione del senso di marcia in via  Micca. Parliamo di progetti che vennero avviati sotto la Giunta Montali e che, anche allora, trovarono forti resistenze ad essere attuati. A questo punto ci chiediamo: esiste a Palazzo Volpini una burocrazia talmente radicata che detta tempi e  regole alla politica, oppure esiste un "Politico" che, utilizzando gli uffici, comanda e decide su tutto e su tutti, su ciò che può essere o non essere fatto? 
Questa è la domanda che avremmo voluto porre a Cingolani in sede di conferenza stampa, dovendogli comunque  riconoscere che,  in mezzo a tante comparse, rappresentava almeno una presenza... probabilmente troppo ingombrante.
Ciò che comunque rimane all'esito di questa vicenda è l'immagine di un'Amministrazione tutt'altro che coesa e priva di un progetto credibile per la città. Proprio la mancanza di una rotta definita produce due pessime alternative: la pericolosa improvvisazione di pochi che vorrebbero fare qualcosa, generando somosse di interi quartieri e il dannoso egocentrismo di chi non rinuncia ad imporsi su tutto e tutti. In entrambi i casi ad essere al centro dell'azione politica non è certo il bene dei cittadini. UPP

LA NOTA DI CITTÀ MIA SULLE DIMISSIONI DI SILVIO CINGOLANI

Nota di Città Mia:

Qualcuno pensava che la giunta Mozzicafreddo potesse essere una squadra coesa e forte , come una squadra di calcio che lava i panni sporchi all'interno dello spogliatoio, dove il Mister e il Capitano sanno tenere bene i loro giocatori anche i più ribelli e indisciplinati.
Invece ci hanno smentito, perché uno dei loro giocatori ( Cingolani ) , assoldato in squadra dal Mister (Mozzicafreddo) perché amici da una vita , non ha più retto ai continui prepotenti inserimenti negli schemi di gioco del Capitano (Ubaldi). Questi non approvava il suo modo di giocare  troppo scoperto, continuo nel rendimento e soprattutto, forse, con una visione del gioco che era fuori dagli schemi della squadra e cioè : Coperti ed Allineati !
Ed ecco qua che il Capitano (Ubaldi), dopo essere stata ingaggiata dal Mister (Mozzicafreddo) con un contratto alla Donnarumma (con Lei i suoi giocatori più vicini Fabbracci, Sabbatini, Giorgetti ),  inizia a ripetere gli errori che ha perpretato in passato in tutte le squadre dove ha giocato. Ci ritornano così in mente i campionati precedenti, dove chi l'ha scelta illudendosi  facesse il bene della squadra ha poi visto allontanare i giocatori migliori come : Rombini, Agostinacchio, Rovazzani, Fiaschetti, e per ultimo Cingolani.  Giocatori che avevano il difetto, nel gioco  di squadra, di uscire fuori dallo schema 5-4-1 ( coperto e allineato con una sola punta il Capitano ) e giocavano con la loro testa e, troppe volte, andavano in goal senza che nell'azione ci entrasse il Capitano (Ubaldi).
Adesso illuderanno i tifosi con i  mirabolanti  responsi del calciomercato. Purtroppo non vi è Raiola a salvare la squadra con un fuoriclasse, bensì un giocatore che ha già rilasciato in passato numerosissime dichiarazioni per far sapere che non gli piace il modulo adottato dal Mister e Capitano......

MI SCRIVONO....

Ricevo e pubblico la nota di Gioacchino Di Martino:


:GRAZIE, HO CAPITO, TOLGO IL DISTURBO.

Domenica il segretario del PD se ne è uscito con una nota la cui lettura ha suscitato non poche perplessità. Era una miscellanea di informazioni, ringraziamenti, precisazioni, prese di distanza, esortazioni e finanche appelli al bene comune.

C’era poi una parte, giudicata, dai più, meno nobile, se non addirittura etichettata come gossip, che faceva intravedere possibili frantumazioni della granitica maggioranza consiliare,come se si trattasse di un comune sfaldamento dell’asfalto. Una maggioranza compatta nel voto ma con timidi segnali di cellule pensanti, viste come ostacolo al mantenimento di una serenità necessaria per l’operatività della giunta. Operatività, alla luce di quanto saputo, da intendersi come “un fare ed un disfare”, a seconda delle reazioni delle affezionate clientele.

Oggi finalmente, e non bisogna essere dei politologi per accorgersene, si scopre quale fosse il vero oggetto della lettera PD: era il GOSSIPGOSSIP che conteneva un messaggio subliminale indirizzato a chi, nella propria onestà intellettuale, ritiene che la collegialità non sia una entità astratta ma sia innanzi tutto un modo di essere e di comportarsi coinvolgente e non escludente. 

Sono bastati solo quattro giorni e chi doveva capire ha capito ed ha chiuso la porta dietro di Lo ha fatto con signorilità politica,dimettendosi anche dal consiglio comunale. Gesto nobile che di per  , però, non vorremmo nascondesse anche la errata convinzione che, in questa città, non ci siano più gli spazi per una civile e leale competizione democratica. 

Significativa la frase, contenuta nella lettera di dimissioni, con la quale il bidimissionario mette in evidenza il vero motivo della crisi che alberga all’interno di Palazzo Volpini e che paralizza tutta la città.  Una constatazione ed una presa d’atto di una confusione di ruoli che viene dall’interno del Palazzo e che, fin dall’inizio della consiliatura, era stato evidenziato. Non possiamo che prenderne atto senza alcun compiacimento. Ma in democrazia c’è spazio anche per chi orgogliosamente ritiene che “i miei difetti sono le mie virtù”per cui limitiamoci a prendere atto che questa giunta può contare, oltre che su di una stampa fiancheggiatrice, anche su di un partito fiancheggiatore. Triste epilogo di un’epoca!

Gioacchino Di Martino

Porto Recanati, 21 luglio 2017